Abisso delle Frane (PI209)

Dati principali
Sinonimi
Primo segnalatore
Località
Area
Mongioie - Revelli - Conoia
Valle
Montagna
Coordinate
Lat: 44.1616347, Lon: 7.7558708, Quota: 2260 m UTM WGS84 32T
Estensione
Totale: 500 mPlanimetrica: n.d.Sviluppo: n.d.
Profondità
-: 300 m +: n.d. Totale: 300 m
Sistema carsico
Praticabilità
Ambiente
Archeologico:
Marino:
Lacustre:
Rischio ambientale
Stato
Aperta
Note chiusura
Descrizione
Note:
Descrizione:
L’ingresso della cavità (che si comporta da ingresso alto) è costituito da uno stretto cunicolo, che immette in una sala. Da qui, al contatto tra scisti cretacei e calcari bianchi del Malm, parte una spettacolare quanto pericolosa (per caduta di sassi) verticale di 55 m. Al pozzo segue una forra nei calcari giuresi e due pozzi cascata di 6 m e 17 m, che conducono al vecchio fondo triestino su strettoia a -132 m.
La via esplorata dal GSI, prosegue oltre retrovertendo, fino ad incontrare un salto di 32 m ed un lungo meandro, nei calcari triassici (Meandro Anaconda), che si sviluppa per circa 100 m, immettendosi in una grossa frattura.
La grotta diviene nuovamente verticale, scendendo in modo articolato per 72 m fino a una sala di crollo: da una parte uno stretto meandro conduce al fondo a -300 m, dall’altra risalite più o meno complesse hanno condotto in ambienti paralleli senza prosecuzioni. Una colorazione, effettuata dal GSI, ha indicato che l’acqua arriva tutta alla sorgente delle Fuse.
Nelle parti iniziali della grotta occorre prestare attenzione ai pozzi franosi. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Itinerario:
Da Viozene si prosegue per Pian Rosso e il rifugio Mongioie e di qui si seguono le tracce di un sentiero, un tempo importante ed ora spesso scomparso, in direzione del Passo del Cavallo. La grotta si trova in una valletta 100 m a nord del Passo. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Storia:
La grotta fu scoperta ed esplorata fino a -132 m dai triestini del GS Debeljak a fine degli anni ‘50, nel 1987, dopo molti anni di ricerca, il GSI la ritrovò e la esplorò fino all’attuale fondo a -300 m. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Foto

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