Descrizione
Note:
Descrizione:
La cavità ha andamento verticale e presenta due ingressi, che si uniscono a -114 m.
La discesa classica (ingresso 7C) si compone di una sequenza di pozzi (P11, P8, P30, P40) quasi perfettamente circolari, che conducono alla sala, ancora occupata in gran parte da uno spettacolare ghiacciaio fossile.
Sotto la prima calata (P11), con una finestra sulla parete opposta a quella di discesa, si accede alla via per i rami Réseaux 74: una sequenza di pozzetti brevi intervallati da scivoli, che conduce in una saletta parallela alla sala del ghiacciaio. Questa via, aperta dai francesi nel 1974, presenta difficoltà di percorrenza negli anni particolarmente nevosi o freddi, per l'inspessimento del manto glaciale che copre le pareti.
Dal salone del ghiacciaio, attraversata la stanza tenendosi a sinistra e superata una breve risalita, un meandro porta alla sequenza di pozzi per la via del fondo. Questo tratto, caratterizzato da alcuni attacco pozzo particolarmente stretti, presenta una notevole corrente d'aria ed è in direzione del vicino abisso Valmar. Le esplorazioni che hanno cercato la giunzione ad oggi non hanno portato alcun risultato, anche perché la prosecuzione è fortemente impedita dall'instabilità degli ambienti. I pozzi terminali però (P35 e P50) hanno molte finestre ancora inesplorate.
La temperatura della grotta è molto bassa. Il ghiacciaio fossile è in fase di rapida fusione, come confermato dai confronti fotografici e dalle osservazioni dirette. Ciò comporta, tra l'altro, un peggioramento delle condizioni di stabilità. Occorre dunque prestare molta attenzione a partire dal P40 in poi. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Itinerario:
Da Pian Ambrogi si sale verso Passo Scarasson e si segue il sentiero GTA. All'altezza delle Rocce Scarasson si abbandona la via cercando l'ingresso, un pozzo a cielo aperto, al confine fra il prato e una paretina rocciosa (7C).
Poche decine di metri verso monte si apre l'ingresso superiore (8C). (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Storia:
Lo Scarasson (o 7C) fu scoperto nel 1960 ed esplorato l'anno successivo dal CM fino al salone del ghiacciaio. Nel 1974 il CMS esplora il vicino 8C, molto stretto ed oggi praticamente inutilizzato, fino alla profondità di -230 m (il vero fondo del sistema) e fa la giunzione a quota -114 m. Il ghiacciaio fu scoperto nel 1961, l'anno successivo alla scoperta dell'ingresso, dagli speleologi del CMS. In diverse occasioni, anche abbastanza recenti, il ghiacciaio è stato oggetto di studi geomorfologici, palinologici e climatici. I primi studi approfonditi furono fatti nel 1962 da M. Siffre, che in una tenda piazzata su questo ghiacciaio sotterraneo restò in solitudine per circa due mesi, nella prima grande esperienza di confinamento in ambiente ipogeo della storia, finalizzata a monitorare le reazioni del corpo ad un isolamento prolungato senza riferimenti di tempo. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)