Descrizione
Note:
Descrizione:
La grotta è oggetto di numerose leggende e racconti popolari; ospitava altresì una ricca fauna fossile quaternaria (orsi), andata in parte distrutta a causa dell'attività estrattiva ed in parte dispersa.
La grotta è costituita da un settore fossile, che conserva parte delle originarie strutture freatiche e da un ramo attivo, caratterizzato da suggestivi meandri in un candido marmo bianco. Le acque interne provengono da una perdita dal torrente Chignolo nonché dalle sovrastanti Grotte dell'Intaglio e vengono poi a giorno nel Torrente Strona, poco a monte del ponte dell'acquedotto. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Itinerario:
Poco prima dell'abitato di Marmo, si lascia l'auto in un piccolo posteggio sulla destra. Si scende al torrente per una carrareccia, chiusa da una sbarra, che si sviluppa a tornanti. Dagli edifici presenti a bordo torrente (ecomuseo), si traversa il rio sul ponte metallico. Si risale quindi per la ripida traccia nel bosco, raggiungendo una strada sterrata che si segue in salita, fino a raggiungere il piano di cava dove si aprono gli ingressi. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Storia:
Le prime esplorazioni risalgono all'anno 1820; negli anni 1869, 1903, 1913, 1949 seguirono altre esplorazioni ad opera di Bessaro, Bazzetta, del prof. Viglio e degli scout di Omegna. Tutti questi rami sono andati distrutti con la cava: la grotta conta attualmente 16 ingressi, tutti artificiali. Il primo studio scientifico risale al 1963, ad opera di Balbiano d'Aramengo; a partire dal 1982 il GGN ha svolto accurate ricerche, esplorando i rami superiori ed il sifone a monte. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)