Descrizione
Note:
Descrizione:
Cavità nota ai locali, che forse la utilizzavano per il rifornimento di acqua. Al GGN è stata segnalata dal sig. Strambo.
Ci si infila in un basso pertugio alla base della paretina, lasciandosi scivolare lungo un largo piano inclinato ingombro di detriti che porta ad un'ampia ma bassa sala.
La parte settentrionale della saletta è delimitata da sedimento grossolano, con elementi che superano i 10-15 cm. Sulla sinistra spicca un laghetto di acqua verde trasparentissima, che alimenta un torrentello che tramite una angusta galleria allagata sbocca nuovamente all'esterno, poco sotto l'ingresso; il laghetto trae origine da una galleria che nel periodo della visita risultava completamente allagata. Attraversato il laghetto, si incontra un'altra bassa galleria sabbiosa che prosegue in direzione dell'esterno, presto occlusa.
La grotta termina in corrispondenza di uno stretto cunicolo ghiaioso, al disotto di strette fessure che risalgono (5); nella parte bassa una stretta galleria allagata ingombra di ghiaia potrebbe dare adito a qualche prosecuzione.
La grotta si apre in una lente di calcefiri, sfruttati in loco nel passato per la produzione di calce, come testimoniano i resti della fornace che si apre a breve distanza. Si tratta di una delle tante lenti di marmi e calcefiri che si aprono nella formazione kinzigitica della unità Ivrea-Verbano.
La morfologia prevalente della grotta è di tipo freatico. La grotta è stata quindi interessata da un consistente riempimento, probabilmente in occasione di glaciazioni; questo a sua volta ha successivamente subito una parziale rimozione. Quest'ultima azione è forse correlabile con il parziale approfondimento gravitazionale che presentano le parti basse della grotta.
I riempimenti chimici sono praticamente assenti: solo nella saletta e specie nella galleria finale si rinvengono minuscole concrezioni, specialmente stalattiti.
Nel giorno della visita (18.4.1993) la temperatura dell'aria era di 3,8 - 4,3 °C, mentre la temperatura dell'acqua era di 4,2 °C. La grotta era attraversata da un leggero flusso di aria in uscita.
(tratto da: Labirinti n.13; testo G.D. Cella, M. Ricci)
Itinerario:
Da Forno seguire la strada per Campello Monti, fino alla cappella di Santa Lucia.
Parcheggiare la macchina e prendere il sentiero che sale in direzione dell'alpe Ravinella; dopo circa mezz'ora, si supera in prossimità di un colletto un rudere e successivamente i resti di una fornace per la cottura della calce. Dopo pochi metri il sentiero scende per attraversare un rio; si scende lungo la valletta per una ventina di metri, fino ad incontrare sulla destra la sorgentella originata dalla grotta. L'accesso più comodo si trova però alla base di una paretina a 3 m di distanza. La cavità si apre poco sotto la grotta dell'alpe Ravinella.
(tratto da: Labirinti n.13; testo G.D. Cella, M. Ricci)
Storia: