Descrizione
Note:
Descrizione:
La grotta ha andamento prevalentemente verticale. Una serie di brevi salti - il più lungo è un P16 - porta all'attacco di un P48 a campana, molto ampio. Il fondo in frana conduce, tramite uno scivolo, a due salti che precedono il bellissimo e quasi perfettamente circolare P100. Alla base (-288 m) il pavimento è occupato da massi di frana e da un piccolo rivolo che li attraversa. A circa metà dello scivolo franoso, fra i massi, si stacca un meandro che conduce al fondo di -201 m, dal quale s1 sviluppa una corta diramazione, in direzione NO poi O, in risalita. Nel 1977, sempre ad opera dei francesi, viene raggiunta una finestra, a 5 m sotto l'attacco del P100, dalla quale si arriva ad un saltino di 4 m, seguito da un P10. Dopo si prosegue per 20 m, su blocchi incastrati, fino ad affacciarsi su un P45 di notevoli dimensioni. Questo pozzo ha un gemello parallelo, poco oltre, in cui confluisce un importante arrivo che porta acqua, non transitabile. Alla base del successivo P9, superata una
stretta diaclasi, ricomincia una serie di pozzi, brevi, che conducono all'attuale fondo di quota -356 m, costituito da un restringimento di difficile disostruzione, toccato nel 1978. Nel 1993, alcuni soci del GSAM, cercando la possibile giunzione con uno degli abissi circostanti (Cappa, Perdus) e seguendo una corrente d'aria molto netta, presero un'altra finestra sul P100, a circa 25 m dall'attacco. È da qui che parte il Ramo Buon Compleanno: una serie di cinque pozzi di notevoli dimensioni, intervallati da una breve risalita, che conduce alla profondità di -327
m, dove non è possibile proseguire.
Attraversando in alto sul P13, che parte da quota -300 m circa, si accede ad un meandro concrezionato; l'aria soffiante, assai forte, impone una ripresa delle disostruzioni. la diramazione di sinistra dell'amante del Torrente Baraja (in Cappa), punta in questa direzione e dista circa un centinaio di metri in pianta ed una trentina di metri di dislivello.
Occorre prestare attenzione ad alcuni dei grandi pozzi nella parte mediana dell'abisso, che possono scaricare pietre. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Itinerario:
La dolina d'ingresso si apre sulla destra idrografica dell'alto Vallone del Cappa, ai piedi di Punta Straldi, presso il bordo di valle di un cengione prativo, sotto le pareti. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Storia:
Fu scoperto nel 1974 da membri del CM ed esplorato dagli stessi e dal GSN nell'agosto del 1976. L'anno seguente una finestra sul pozzo da 100 porta a quota -332 m. Nel 1978 si raggiunge il fondo attuale (CM e GORS).
Nel 1993 Il GSAM, raggiungendo una finestra nel P100, trova un nuovo fondo a -327 m. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)