Descrizione
Note:
Descrizione:
Per circa 20 m si procede strisciando in uno stretto cunicolo orizzontale che uno speleologo medio tappa quasi completamente al suo passaggio, non senza lamenti per la roccia pungente e lo sforzo di avanzare trascinandosi dietro numerosi chili di ciottoli presenti sul fondo. L'aria è forte. A tratti la grotta si allarga, mantenendo una morfologia di vecchio freatico poco concrezionato sviluppatosi in questo primo tratto in direzione NW-SE. In una saletta, dove arriva una condotta posta a 45° (stretta galleria con debole aria, chiusa dopo pochi m). Dopo la saletta la grotta cambia morfologia: decisamente più largo e alto, il meandro si imposta sulla frattura principale, orientata NE-SW, interrotta da diaclasi a 45° che la riporta no dopo poco sulla direzione principale. La galleria è adesso in salita, con vecchie concrezioni, l'aria è decisa. Procediamo per circa 40 m, fino ad un sifone di sabbia, oltre il quale il cunicolo diventa decisamente più stretto e alto, fino ad arrivare ad una sala con una serie di pozzi ascendenti, risalibili con arrampicata di media difficoltà. Circa 15 m più in alto il pozzo interseca un piano di condotte sottopressione in parte approfondite da erosione gravitazionale, con massi fluitati sul fondo. La galleria principale termina dopo una trentina di metri con un pozzetto ascendente che tende a stringersi, l'aria si perde in fessure. Il potenziale carsificabile della zona è di circa 200 m di spessore e 1 km di sviluppo.
Itinerario:
La cavità si trova nei pressi di una della risorgenza carsiche della Doce, che alimenta un acquedotto della zona di Mondovì. Dalla sorgente si procede lungo la strada verso Est, fino ad un impluvio. Percorrendo l'impluvio verso monte e rimanendo sulla sinistra si raggiunge la cavità.
Storia:
Parzialmente esplorata e non topografata dal G.S. Mondovì nel 1968, negli anni '80 è rivista dal GSP che la esplora fino ai camini e la rileva.