Descrizione
Note:
Descrizione:
L’ingresso, opportunamente disostruito, dà accesso alla volta di un meandro di discrete dimensioni. 15 m più in basso, una breve risalita conduce ad una serie di 4 saltini (4-6 m) intervallati da strettoie transitabili.
Oltre il meandro, la grotta acquista maggiori dimensioni e dopo l’incontro con una galleria posta ad un livello sovrastante (percorribile a ritroso fino ad un riempimento che la ostruisce), si scende in un bell’ambiente concrezionato, con grandi colate, rotte da probabili antichi terremoti, fino alla successiva verticale di 30 m, molto frazionata.
Alla base, si raggiunge la concrezionatissima Sala della Puerpera Stupita, di dimensioni ragguardevoli. Un ulteriore salto di 6 m accede ad un ambiente di crollo, completamente spoglio, il cui fondo è ingombro di massi.
Sulla destra, la galleria prosegue in senso inverso, con pavimento ingombro di massi, fino ad incontrare la massima profondità della grotta a -126 m. Qui il riempimento sabbioso è scavabile e da un piccolo foro soffia una debole corrente d’aria.
Poco sopra il fondo, nella galleria principale, superando un basso passaggio, si sale in un grande ambiente riccamente concrezionato, ornato da un suggestivo laghetto e da un’imponente colata. Alla sommità, oltre una quinta di concrezioni, si nasconde l’arrivo della grossa galleria freatica, che caratterizza la grotta.
Attraverso sezioni man mano crescenti (10 m x 5 m) si percorrono 150 m di un antico livello freatico ormai completamente fossile, con colonne, cristalli, aragoniti e svariati concrezionamenti, che la rendono assolutamente particolare. Si giunge così alla Sala del Rinoceronte (15 m x 25 m x 12 m), dove un grosso arrivo risalibile per 20 m chiude su totale riempimento di fango, forse scavabile.
Altre prosecuzioni possibili sono ancora da cercare inseguendo l’aria fra i blocchi della salita, poco prima della Sala del Rinoceronte. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Itinerario:
Dalla frazione Trappa si prende la strada sterrata che, dopo 3 km, conduce alla frazione Pianbernardo, ove si deve necessariamente lasciare l’autovettura. Si prosegue per circa quaranta minuti su comoda mulattiera fino a raggiungere il tornante posto circa a quota 1200 m, e con direzione da destra a sinistra. Qui si abbandona la mulattiera per deviare a destra seguendo le tracce di un sentiero animale a mezza costa che si sviluppa nella fitta faggeta e raggiunge la base delle pareti. L’entrata, molto stretta al momento della scoperta, è posta sotto uno spigolo roccioso poco prima di un evidente canale e dà accesso ad un meandro di discrete dimensioni. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Storia:
La grotta, scoperta dallo SCT nell’autunno del 2007, ha portato all’esplorazione di un antichissimo livello freatico, che si sviluppa sotto il Garb della Donna Selvaggia. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)