Buco di Ube (PI3451)

Dati principali
Sinonimi
B-49 DEL BIECAI
Primo segnalatore
Località
Area
Biecai - Serpentera
Valle
Montagna
Coordinate
Lat: 44.1982636, Lon: 7.7167683, Quota: 2185 m UTM WGS84 32T
Estensione
Totale: 116 mPlanimetrica: n.d.Sviluppo: n.d.
Profondità
-: 43 m +: n.d. Totale: 43 m
Sistema carsico
Sistema di Pian Marchis
Praticabilità
Ambiente
Archeologico:
Marino:
Lacustre:
Rischio ambientale
Stato
Aperta
Note chiusura
Descrizione
Note:
Descrizione:
L’ingresso si presenta come una frattura verticale larga una settantina di centimetri per due metri di altezza seguita da uno scivolo. Dopo questo, si traversa lungo una cengia formata da blocchi incastrati fino a giungere nel punto in cui si è obbligati a scendere. Giunti alla base di questa verticale di circa 20 m, troviamo l’ambiente più ampio della grotta: una specie di alta saletta ingombra di blocchi detritici. Attraverso un passaggio tra questi ultimi, si discende una stretta fessura fino a giungere al di sotto del pavimento dell’ambiente appena lasciato e da qui, seguendo un breve cunicolo ingombro di detriti, si raggiunge il punto più basso della grotta.
Sempre dalla partenza del traverso, è possibile scendere uno stretto pozzetto parallelo (che altro non è che una parte percorribile della frattura) che termina sui detriti dopo una ventina di metri.
Si tratta di una cavità di origine tettonica sviluppata lungo una frattura orientata verso NNE. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Itinerario:
Dalla conca del Lago delle Moglie, ci si dirige verso le Rocche di Serpentera, che formano la porzione settentrionale dell’arco di elevazioni che cingono la zona, si risale lungo i pendii prativi verso l’ultima elevazione orientale e quindi si tiene sul versante che precipita verso il Pian Marchis.
Lungo la prima fascia rocciosa, seguendo una serie di fratture fin sotto la vetta, si dovrebbe individuare l’ingresso. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Storia:
Il Buco di Ube viene scoperto nel 1993 dal GSP che ne stende un primo rilievo. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Foto

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