Descrizione
Note:
Descrizione:
La cavità è ad andamento verticale. Un breve meandrino conduce all'attacco di un P80, impostato su un'importante frattura che, giunti su un terrazzino, porta su una serie di saltini che formano il P50, che scarica parecchie pietre. All'attacco di questo pozzo, nel 1982, si trovò una diramazione: uno stretto meandro sfondato porta ad una piccola sala, oltre alla quale una strettoia conduce ad un pozzetto, poi al Meandro dello Streap Tease e infine ai tre pozzi: P8, P26 e P12. La progressione che segue non è facile perché il meandro da percorrere si stringe spesso. L'esplorazione di questa parte è ferma su una strettoia a quota -175 m.
Scendendo sulla via principale, un breve salto porta all'attacco del P60. Passato il lago su cui si fermò la prima esplorazione, si apre un P25 a cui seguono due pozzi da 7 m e 17 m, giungendo al fondo di -261 m, su fango e detrito fine. Lungo il P25, appena il pozzo comincia ad allargarsi, si trova l'armo che conduce all'ultima sequenza di pozzi (P14, P31, PS, P9, PS, P22) che porta all'attuale fondo di -292 m, chiuso su strettoia con forte aria. Ripetuti tentativi di disostruzione, nei primi anni novanta, non hanno portato ad alcun risultato. Sono interessanti le concrezioni sul pozzo da 31 m.
La via principale presenta rami paralleli e diramazioni: a metà del primo pozzo una grande finestra laterale porta ad una serie di salti che riportano a metà del P50; all'attacco del pozzetto che precede il salto da 60 m, una grossa forra ascende in direzione ENE (verso il Cappa), ma si chiude dopo alcuni metri. La stessa situazione si replica per l'arrivo che si incontra al fondo del P80.
L'esplorazione richiede lavori di adattamento, tutt'ora vale la pena tentare nuove vie con l'obiettivo di collegare l'abisso ai vicini Perdus e Cappa. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Itinerario:
Dalla capanna Morgantini ci si dirige verso la cima del Bric dell'Omo. A circa venti di metri dalla cima, si passa a sinistra, costeggiando le pareti rocciose, lungo un sentiero mal tracciato, in direzione della Conca delle Carsene.
Attraversato un vallonetto tra la cresta di confine ed il Bric dell'Omo, si raggiunge un canale che scende ripido verso le Carsene. Si cammina in direzione del centro del vallone e, passata la voragine dell'abisso Perdus (attenzione in caso di nebbia), si prosegue in discesa per circa una decina di minuti. Il meandro di ingresso si apre sulla faglia di contatto fra i calcari del Cretaceo e del Malm. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Storia:
L'abisso fu scoperto nel 1967 dal GSAM, ma le esplorazioni si fermarono l'anno seguente a quota -197 m, su un lago apparentemente molto profondo. Nel 1973 il GSAM scese nell'abisso per tentare una colorazione esito) e il collegamento radio con l'abisso Cappa. Il segnale radio venne ricevuto dalla squadra che stava operando sopra il P188 del Cappa. Risale al 1978 il traverso sul lago e la forzatura di una strettoia che permisero la prosecuzione delle esplorazioni fino all'attuale livello. (senza (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)