Pis del Pesio (PI134)

Dati principali
Sinonimi
Primo segnalatore
Località
SORGENTI DEL PESIO
Area
Carsene - Pian Ambrogi
Valle
PESIO
Montagna
Coordinate
Lat: 44.1990869, Lon: 7.6434895, Quota: n.d. UTM WGS84 32T
Estensione
Totale: 1922 mPlanimetrica: n.d.Sviluppo: n.d.
Profondità
-: 40 m +: 49 m Totale: 89 m
Sistema carsico
Sistema del Pesio
Praticabilità
Ambiente
Archeologico:
Marino:
Lacustre:
Rischio ambientale
Stato
Aperta
Note chiusura
Descrizione
Note:
Durante i periodi di piena (primavera) il Pis rimane fortemente attivo per diverso tempo. Nelle altre stagioni esiste il rischio di piene improvvise in occasione di precipitazioni particolarmente intense e prolungate. Il Pis ha sifoni lunghi, non banali e con bassa temperatura dell'acqua. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Descrizione:
La grotta del Pis del Pesio costituisce la più spettacolare risorgenza del sistema delle Carsene. Da una spaccatura nella parete rocciosa si attiva una cascata in occasione della piena primaverile, quando è in corso la fusione della neve associata anche alle piogge stagionali. Le diverse sorgenti perenni sono ubicate ai piedi della parete e nascoste dai detriti. La grotta presenta un ramo attivo, con lunghi tratti sifonanti ed un reticolo fossile. Al primo si accede direttamente dall'ingresso dove, attraverso uno scivolo, si raggiunge una prima sala. Da questa partono
un grosso camino ed un ramo laterale che termina in un sifone. li ramo principale prosegue con un laghetto, superabile con un traverso su cavo d'acciaio, ed una bella forra con marmitte, percorribile in libera.
Dopo un centinaio di metri si raggiunge un arrivo: La Sorgente. Poco oltre, una facile arrampicata permette di accedere ai rami fossili. Proseguendo lungo l'attivo si entra nella Zona del Silenzio e, dopo 60 m e alcuni laghetti, un meandro a saliscendi sulla destra conduce ad un sifone. li ramo principale prosegue con un meandro sfondato e, dopo un paio di saliscendi, termina con uno scivolo che porta sul sifone attivo. Prima dello scivolo, una semplice arrampicata a sinistra accede alla zona fossile che, con diversi rami talvolta paralleli e leggermente labirintici, punta verso l'esterno (Meandro degli Esseri Viventi, +50 m rispetto alla quota di ingresso). Nel complesso della progressione possono essere utili alcune corde per traversi e scivoli.
li ramo attivo prosegue con tre lunghi sifoni consecutivi (S 1 240 m di sviluppo per -40 m di profondità, cascata di 4 m, S2 80 m -17 m, S3 150 m -17 m) seguiti da un ambiente aereo dove si sono arrestate le esplorazioni. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Itinerario:
La grotta è ubicata in alta Valle Pesio. Lasciata l'auto al Pian delle Gorre, oltre la Certosa di Pesio, ci si incammina lungo il sentiero che parte sulla destra del rifugio. Dopo aver attraversato il torrente Pesio, si risale lungo la valle e superato il Gias Fontana (1218 m), si procede verso il gias degli Arpi (1435 m). Di qui, sulla sinistra orografica, un sentiero ben indicato porta alla base della parete rocciosa da cui scaturisce il Pis del Pesio. L'ingresso si apre nella roccia a circa 20 m di altezza.
Per armare la salita esterna, a sinistra, un sistema di cavi di rappello consente di issare la corda. La parete del Pesio presenta instabilità con possibile distacco di rocce. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Storia:
La grotta, oltre ad essere uno spettacolo naturale meraviglioso con la cascata in parete nei momenti di piena, è stata la prima cavità esplorata del Marguareis.
Le prime osservazioni scientifiche risalgono alla fine del 1700, ad opera del Nallino, che descrive in estrema sintesi il sistema idrologico delle Carsene nell'opera Il corso del fiume Pesio.
La prima esplorazione documentata del Pis del Pesio è datata 29 agosto 1905, per merito del cavalier Vittorio Strolengo, escursionista, alpinista e cacciatore, grande amante del Marguareis e della Valle Pesio, che con un ardito sistema su tronco d'abete, raggiunge l'ingresso della risorgenza e si addentra nella grotta fino al primo lago.
L'impresa fu documentata da Fritz Mader, compagno di spedizione, che ne pubblicò il resoconto sulla Rivista Mensile del CAI del 1906, suscitando anche l'interesse del celebre geologo fossanese Federico Sacco.
Sempre Strolengo è protagonista di una nuova esplorazione nel 1909, che consente il superamento dei primi laghi per mezzo di una zattera e la redazione del primo rilievo della cavità. Nel 1937 è la volta degli esploratori locali guidati da don Marabotto, parroco di una borgata di Chiusa Pesio, con la collaborazione dell'ing. Gino Rodella, genovese, che progetta una zattera smontabile per superare i laghi.
All'inizio degli anni '60, con la nascita della speleologia organizzata, la grotta torna ad essere esplorata, anche con tecniche speleosubacquee e nel 1971 il GSAM stende il primo rilievo completo della cavità. Nell'ultimo decennio del secolo scorso si sono susseguite spedizioni speleosubacquee grazie a gruppi speleo liguri, piemontesi, belgi e francesi, che hanno permesso di conoscere cosa si nasconde al di là dei sifoni, verso il cuore attivo di questo vasto sistema carsico.
Il superamento e l'esplorazione non completa della zona sifonante sono opera dei belgi dello CSARI e del GS Bolzaneto (1993-1999). (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Relazioni
Geologia:
Meteorologia:
Idrologia:
Associazioni speleo: GSAM (Gruppo Speleologico Alpi Marittime) GSB (Gruppo Speleologico CAI Bolzaneto) CSARI (Cercle Spéléo de l'Athéné Royal d'Ixelles) FFS (Fédération Française de Spéléologie) FFESM (Fédération Française Etudes Sports Sous Marins)
Bibliografia:
Alias:
Grotte collegate:
Foto
Foto cavità

Archivio GSAM - Licenza: CC BY 4.0