Grotta Strolengo (PI135)

Dati principali
Sinonimi
Primo segnalatore
Località
CONCA DELLE CARSENE
Area
Carsene - Pian Ambrogi
Valle
Montagna
TESTA MURTEL
Coordinate
Lat: 44.1949973, Lon: 7.6516672, Quota: 1900 m UTM WGS84 32T
Estensione
Totale: 240 mPlanimetrica: n.d.Sviluppo: n.d.
Profondità
-: 68 m +: n.d. Totale: 68 m
Sistema carsico
Praticabilità
Ambiente
Archeologico:
Marino:
Lacustre:
Rischio ambientale
Stato
Aperta
Note chiusura
Descrizione
Note:
Descrizione:
La grotta è formata da un'antica galleria in discesa, legata ad epoche in cui il fondovalle del Pesio era di parecchie centinaia di metri più alto dell'attuale.
Dopo alcune decine di metri, un restringimento obbliga ad un passaggio molto pericoloso per i crolli provenienti da un ambiente superiore.
Dopo una cinquantina di metri, ad un passaggio in frana (pericolo di crollo), fa seguito uno scivolo che dà accesso alla sala centrale della grotta, caratterizzata da numerosi arrivi laterali, risaliti e chiusi in concrezione. Un grosso camino, risalito nel 1988, si innalza per 25 m, altezza a cui chiude in fessura; senza speranze, così come tutti gli altri pozzi ascendenti, arrampicati, che s'incontrano lungo il percorso. Ancora un tratto di galleria e si è nella sala finale, con una risalita sulla destra, una condotta piccola e piena di sabbia, disostruita senza che portasse ad alcuna prosecuzione ed il meandrino finale, in frana, che porta all'ennesimo camino chiuso da massi. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Itinerario:
Dal sentiero che dal Passo del Duca va verso il Gias delle Ortiche, a destra si stacca una tenue traccia sulle cenge del lungo vertiginoso versante NE di Testa Murtel. Con un lungo ed esposto traverso, superando alcune crestine e cespugli di mughi, si arriva all'ingresso ben individuabile, alla base di una parete rocciosa. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Storia:
È il mitico cavalier Strolengo, che scoprì la grotta sullo scadere del XIX secolo. Dopo alcune visite negli anni successivi ed una occasionale del genovese Rodella nel 1946, della cavità si persero le tracce. Solo nel 1984, dopo lunghe ricerche, il GSAM la ritrovò. Nella sala terminale sono ancora visibili le scritte delle prime esplorazioni, ormai più che centenarie.
Le recenti esplorazioni non hanno dato i risultati sperati, nonostante l'accanimento con cui sono state intraprese risalite e disostruzioni. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Foto
Foto cavità

Archivio GSAM - Licenza: CC BY 4.0