Descrizione
Note:
Descrizione:
La parte iniziale è un susseguirsi di pozzi impostati sulla faglia che taglia a mezzo questa parte della Conca delle Carsene. A -160 m, si incontra un attivo: il ramo delle pietre verdi che, risalito, ha portato nel 2000 all'apertura di un secondo ingresso, in una dolina nel vallonetto percorso per raggiungere l'ingresso principale. Questi rami, esplorati in risalita, sono articolati e complessi e, in alcuni tratti, relativamente instabili.
Da -160 m, la grotta si divide in tre rami, la cui topografia lascia comunque presumere che si tratti di diffluenze che si ritrovano più a valle. Il ramo principale prosegue con una bella verticale: il Pozzo Radici della Terra, relativamente franoso. Si prosegue quindi con saltini e tratti di meandro, superando la Strettoia dei Liquami, fino al P60 (Ti ricordi?), franoso sul fondo.
La grotta prosegue prevalentemente orizzontale, con la bella Galleria Angeli e Vipere.
Dal trivio, il Ramo del Rigodon risale verso una possibile giunzione con il fondo del Ramo della Pantegana Guercia, mentre un breve meandro sfocia nella Sala del Contatto, da dove gli ultimi saltini portano ai due fondi (-425 e -470 m). Si è ormai in corrispondenza del basamento impermeabile, che arresta notevolmente le possibilità esplorative.
Ritornando a -160 m, un saliscendi porta alla Sala della Faglia, da dove si dipartono alcuni rami laterali, tra cui il No Limits, costituito da una bella serie di pozzi, e la Pantegana Guercia, vecchio ramo fossile di significative dimensioni.
Raggiungibile in poco tempo dalla capanna Morgantini, è una ottima grotta per giri turistici.
La cavità riveste una sua importanza perché si apre in una zona dell'altopiano abbastanza povera di cavità estese. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Itinerario:
Percorrendo il sentiero che dalla capanna Morgantini scende al gias dell'Ortica, circa a metà strada, si giunge ai cosiddetti Campi da Calcio. Attraversatili, poco a valle, in corrispondenza di un lungo vallonetto tettonico, si sale sulla paretina di destra, in prossimità di una bella spaccatura, con isolati cespugli di pino mugo. L'ingresso è a pozzo, tre metri di larghezza per 8-10 m di lunghezza, spesso occupato da famigliole di gracchi che vi nidificano. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Storia:
Il primo pozzo era già stato sceso dal GSAM, probabilmente nel 1967. Ripreso nel 1994 dallo stesso gruppo e disostruita la strettoia sul fondo, la grotta si è rivelata un grandioso abisso, che ha superato i 400 m di profondità nello stesso anno. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)