Descrizione
Note:
Descrizione:
L'ingresso, abbastanza piccolo, immette direttamente in un salto di 20 m, con un deciso restringimento a metà.
Un discreto terrazzo è il punto di partenza per il P35, che inizia con una serie di piccoli saltini, per proseguire con un salto di 30 m nel vuoto. Questo pozzo ha proporzioni notevoli e, fino al fondo della grotta, conserva la stessa geometria. Un salto di 15 m porta all'attacco del quarto pozzo, un P33 impostato su una diaclasi parallela alla precedente, sotto forte stillicidio. Un breve meandro sospeso conduce, dopo un salto di 9 m, ad un esiguo passaggio, oltre cui si apre una piccola sala; qui la corrente d'aria inizia a farsi evidente. Sulla destra, un'altra strettoia immette sul P35. Dopo circa 20 m di calata, raggiunto un terrazzino, lo stillicidio diventa importante tanto da generare, alla base del pozzo, un ruscello che si getta in una strettoia. Siamo al vecchio fondo di -152 m.
Una sequenza di brevi pozzi, con imbocchi talvolta assai ridotti, porta a -205 m. L'abisso prosegue quindi con un più ampio P36, seguito di nuovo da un piccolo meandro terminale, che chiude su una strettoia a -264 m.
In caso di piena, la strettoia a -105 m può presentare problemi. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Itinerario:
L'ingresso, contrassegnato dalla sigla 8-5, si apre verso il margine est dell'ampia zona di lapiaz e di pozzi a monte della faglia dello Scarasson, 150 m più in basso dell'omonimo passo. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Storia:
Fu scoperto e disceso sino a -105 m nel 1971 dal GSP e dal GSAM. L'anno successivo i cuneesi proseguono le esplorazioni, arrestandosi innanzi alla strettoia a -152 m. Nel 1978 speleologi di Martigues (GS La Vouivre) superano tale limite e raggiungono i -264 m. Nel 1982 i nizzardi del ACN e del CMS esplorano alcune finestre senza però riportare risultati degni di nota. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)