Descrizione
Note:
Descrizione:
Si tratta di una cavità verticale, costituita essenzialmente da una successione di pozzi-fessura di dimensioni
piuttosto ridotte, che conducono al fondo di -160 m, ove chiude su laminatoio. A -70 m circa, percorrendo per
50 m uno stretto meandro fortemente disostruito, è possibile accedere al vicino abisso Omega X. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Itinerario:
Dalla Colla dei Termini si prosegue lungo la strada nel vallone delle Celle degli Stanti, fino a raggiungere la casera dove termina la carrozzabile.
Si segue quindi l’evidente sentiero che a mezza costa percorre la dorsale, fino a sotto Cima Verzera.
Giunti in prossimità di un’evidente cavità catastata con numero Pi/CN 3429, si abbandona il sentiero e si scende per la massima pendenza, fino al successivo inghiottitoio: l’Abisso 5000. Per arrivare all’ingresso di Omega X bisogna continuare sulla destra, per tracce di sentiero, fino ad un evidente pianoro, da costeggiare sulla sinistra. L’ingresso si apre alla base di una piccola paretina rivolta a sud. Omega 11 è a 30 m in direzione N, alla medesima quota. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Storia:
Nel 1984 lo SCT scopre l’ingresso di Omega 11, costituito da uno stretto inghiottitoio ormai fossile, e lo esplora fino alla profondità di -150 m. Viene inoltre trovata a -70 m un’interessante diramazione ascendente che, dopo lunghe disostruzioni, porterà alla scoperta del vicino Omega X.
Le problematiche strettoie del lungo meandro di giunzione peseranno sulle punte esplorative e porteranno il gruppo a cercare un accesso più agevole, compiendo una serie di risalite nell’amonte di Omega X, fino a giungere in prossimità della superficie.
Nel 1987 viene aperto l’ingresso della nuova grotta ed in breve l’esplorazione raggiunge il fondo a -340 m.
Nel 2002 il gruppo SCT ritorna nella cavità e con una nuova campagna di disostruzione scopre un interessante reticolo di gallerie che partono da -70 m. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)