Descrizione
Descrizione:
La zona che alimenta questo sistema comprende il settore Balma (1883 m), Cima Artesinera (1992 m) e Cima Merdanzone (1767 m), interessando poi i ripidi pendii in sinistra idrografica del rio Sbornina (zona del Malpasso), fino a raggiungere l'area sorgiva di Stalla Buorch (1090 m), con un potenziale massimo di carsificazione pari a circa 900 m. Il confine di tale sistema con quello di Artesina è posto grossomodo nell'area della Balma, dove soltanto future colorazioni o esplorazioni di nuove cavità potranno definire meglio la zona dello spartiacque sotterraneo. Sicuramente il sistema è alimentato anche dalle perdite in sub-alveo del rio Sbornina che, nella stagione asciutta, presenta un flusso idrico nel vallone sottostante la Balma, per poi asciugarsi del tutto nel settore a valle del Malpasso. La sorgente di Stalla Buorch ha una portata piuttosto rilevante anche nei periodi di magra, circa 50 l/s, e riceve il cospicuo apporto di queste perdite. La morfologia dei settori assorbenti più elevati, compresi tra la Balma e la zona di Pian dei Gorghi, è caratterizzata da versanti poco acclivi, con ampie doline di dissoluzione ed un carso sub-affiorante coperto da una sottile cotica erbosa. I pendii meridionali, che si sviluppano in direzione del rio Sbornina, sono caratterizzati da strapiombanti pareti rocciose e ripidi canaloni. Proprio in corrispondenza di una di queste incisioni si trova l'ingresso dell'Abisso Bacardi.
Il carsismo profondo presenta cavità con morfologie prevalentemente verticali (abissi Artesinera e Bacardi) che intercettano i relitti di una antica circolazione a pieno carico, caratterizzata dalla presenza di condotte di piccole dimensioni, con andamenti sub-orizzontali. Diverse, anche se in genere di limitato sviluppo, sono le cavità fossili che si aprono sugli scoscesi versanti del rio Sbornina, come il Buco di Peirani (400 m di gallerie freatiche che terminano su sifoni pensili non attivi), che testimoniano la presenza di una antica rete carsica a pieno carico, che si sviluppava dalle zone assorbenti fino all'attuale settore sorgivo. La presenza di ciottoli fluitati in alcune cavità, costituiti da rocce del basamento metamorfico, dimostra l'esistenza di notevoli flussi idrici conseguenti al glacialismo che, in passato, hanno trasportato e depositato questi detriti, provenienti probabilmente dalla vallata principale del rio Sbornina. Nell'area assorbente principale sono presenti numerose spaccature o piccole doline ostruite, caratterizzate da una notevole circolazione d'aria che funzionano da ingresso alto, mentre sono quasi del tutto sconosciute le uscite basse. Tale situazione evidenzia l'esistenza di una rete carsica ancora in parte da scoprire.
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