Sistema della Foce (FOCE)

Dati principali
Codice
FOCE
Area
Marguareis - Pian Ballaur - Saline
Valle
Lunghezza
60000 m
Profondità
1400 m
Descrizione
Descrizione:
Il massiccio del Monte Marguareis ospita il più esteso sistema carsico piemontese ed è caratterizzato da una vasta area assorbente compresa tra le valli Tanaro e Pesio che raggiunge, con la Punta Marguareis la maggiore elevazione delle Alpi Liguri (2650 m s.l.m.). Anche i versanti meridionali del monte Pian Ballaur (2604 m s.1.m.) e di Cima delle Saline (2555 m s.l.m.) appartengono al medesimo sistema carsico che alimenta la sorgente della Foce (1190 m s.l.m.) ed il troppo pieno del Garb d'la Fus ubicati nella Gola delle Fascette, in alta Valle Tanaro. Il potenziale di carsificazione supera quindi un dislivello di 1400 m.
L'area assorbente del sistema, individuata anche mediante una serie di test con traccianti, raggiunge verso ovest la dorsale del Colle dei Signori estendendosi, in minima parte, sul versante francese fino al Pian della Scovola, dove una colorazione effettuata nella grotta omonima, nel 2004, ha accertato l'esistenza di un collegamento idrico di questa cavità con Labassa e la sorgente della Foce. Un altro test effettuato negli anni '60 nell'Abisso F-3, presso il Colle dei Signori aveva già confermato l'esistenza di un collegamento molto rapido tra le cavità di questo settore (Complesso del Colle dei Signori, abissi Joel e Trou Souffleur) e la zona sorgiva delle Fascette. Gli scoscesi versanti settentrionali di Punta Marguareis, situati in alta Valle Pesio, dove sono ubicati diversi abissi (O-Freddo, Libero, Complesso 03-04-05, Innominata), alimentano il medesimo sistema carsico, come accertato da una colorazione effettuata in O-Freddo nel 2005. Anche gli estesi pendii meridionali del medesimo massiccio, dove sono ubicati gli ingressi di A-11 e di Ferragosto, contribuiscono in modo sostanziale alla ricarica di questo sistema. Il settore assorbente meglio conosciuto grazie all'esplorazione di numerosissime cavità è la conca di Piaggia Bella, dove si trova l'ingresso principale dell'omonimo complesso sotterraneo. Questo è costituito da un inghiottitoio attivo (la Carsena), che raccoglie le acque di ruscellamento superficiale provenienti dai versanti costituiti dalle rocce impermeabili della Colla del Pas, di Punta Emma e del Passo delle Capre. Il complesso di Piaggia Bella si estende fino alla vasta zona assorbente posta tra la dorsale del Pian Ballaur e di Cima delle Saline, denominate zona Omega e zona S, dove sono ubicati gli ingressi di diversi abissi appartenenti a questo
sistema (Grassi Trichechi, Omega-3, S2, Omega-5). Lo spartiacque sotterraneo che separa il sistema della Foce da quello dell'Ellero, ubicato più a nord, coincide grossomodo con quello superficiale costituito dalla dorsale Colla del Pas - Pian Ballaur, dove è presente l'ingresso dell'Abisso Gaché. Questa profonda cavità è collegata al complesso di Piaggia Bella ma le acque che circolano nei primi 300 m di profondità si dirigono verso le sorgenti dell'Ellero, come accertato da due test con traccianti artificiali.
La morfologia prevalente dell'intera area assorbente di questo sistema è caratterizzata dalla presenza di vasti valloni glacio-carsici, con evidenti forme di esarazione glaciale ed ampie doline di dissoluzione e di crollo che costellano i brulli versanti, in genere con scarsa presenza di copertura vegetale. Fanno eccezione le aree dove affiorano i litotipi del Cretacico, caratterizzati da calcari arenacei e scistosi e quindi con abbondanti depositi detritici sui quali cresce una rigogliosa prateria alpina. I versanti settentrionali di Punta Marguareis sono invece costituiti da scoscese pareti verticali, separate da stretti canaloni detritici (canaloni dei Genovesi, dei Torinesi, dei Savonesi), dove si aprono gli ingressi di alcuni profondi abissi. Un piccolo settore compreso tra i Genovesi ed i Torinesi, denominato zona O e caratterizzato da un impressionante numero di pozzi e cavità, costituisce il relitto di una più vasta zona assorbente, risparmiata dai fenomeni di esarazione glaciale e, più recentemente, di arretramento gravitativo dell'intero versante.
Il carsismo sotterraneo del sistema della Foce è ben conosciuto grazie all'esplorazione delle numerose cavità che, dalle aree assorbenti, si sviluppano fino quasi al settore sorgivo. Nella zona di Piaggia Bella, la carsificazione profonda è stata pesantemente condizionata dalla situazione geologico-strutturale, caratterizzata dalla presenza e dalla geometria di un basamento metamorfico impermeabile (porfiroidi e quarziti) che ha controllato la circolazione delle acque sotterranee. L'importante collettore di Piaggia Bella raccoglie le acque assorbite nella conca omonima e in zona Omega, dirigendosi poi verso sud-ovest in direzione del settore Vallone dei Maestri-Gola della Chiusetta, dove in profondità scorre, nella grotta Labassa, il collettore principale del sistema. In corrispondenza della Sala delle Acque che Cantano, confluiscono le acque provenienti da Piaggia Bella, dal Colle dei Signori e dai versanti settentrionali e meridionali del Marguareis. Le cavità di quest'ultimo settore si sviluppano prevalentemente verso sud-ovest, seguendo la giacitura delle rocce carbonatiche e la direzione delle principali discontinuità, che guidano la carsificazione profonda di tutta l'area. Sulla base delle attuali esplorazioni si suppone l'esistenza di un dreno secondario che, dal fondo dell'Abisso F-5, si dirige verso Labassa, raccogliendo anche le acque provenienti dal settore di Punta Marguareis. In questo tratto, una serie di sifoni sospesi, come quelli presenti sui fondi di Piaggia Bella e della Filologa, impediscono un collegamento diretto tra le principali cavità. Non si può escludere la presenza di condotti fossili, in parte ostruiti da abbondanti depositi sabbioso-limosi trasportati durante le grandi piene, che in futuro permetteranno di unire le diverse grotte. Il collettore in Labassa scorre quindi in grandi gallerie, al di sotto della dorsale del Ferà, in direzione della Gola delle Fascette, fino ad incontrare una serie di invalicabili sifoni, ubicati ad una quota molto prossima a quella della zona sorgiva. Queste acque si rinvengono poi in alcuni tratti dell'Arma del Lupo Inferiore, tipica cavità epifreatica ubicata nella Gola delle Fascette. Passano poi al di sotto dell'alveo del torrente Negrone e tornano alla luce, sulla destra orografica, presso le sorgenti della Foce.
Nelle principali cavità, in corrispondenza delle zone attive, sono in genere presenti gallerie con prevalenti morfologie a forra che evidenziano il progressivo approfondimento della circolazione idrica. A quote decisamente maggiori, con dislivelli superiori anche ai 100 m rispetto all'attuale scorrimento delle acque, sono presenti gallerie fossili, in parte con evidenti morfologie a pieno carico, in parte caratterizzate da estesi crolli. Sono la testimonianza dell'esistenza di una vasta rete freatica, che caratterizzava l'antica circolazione delle acque, probabilmente di età pre-quaternaria. Il notevole ringiovanimento che ha successivamente interessato l'intero sistema è sicuramente da collegare con le ultime fasi di sollevamento della catena alpina ed i conseguenti approfondimenti dei livelli di base idrografico e carsico. Altre grotte, di dimensioni in genere più ridotte (Carsena del Ferà, Armaduk, Rocmos), o tratti delle maggiori cavità mostrano gallerie con morfologie a pieno carico ubicate a quote ancora più elevate rispetto ai reticoli precedenti, a testimoniare l'esistenza di fasi carsiche ancora più antiche e sicuramente collegabili al carsismo pliocenico.
Meteorologia:
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Raffaella Zerbetto - Licenza: -