Descrizione
Note:
Descrizione:
La grotta ha un andamento suborizzontale con condotte di dimensioni spesso esigue e rari ambienti di più ampie dimensioni. La strettoia che consente l'accesso ai nuovi rami risulta spesso impercorribile, trasformandosi in sifone temporaneo. La genesi del complesso è probabilmente
collegata a perdite subalveari del torrente Gesso. La grotta occidentale è la cavità speleologicamente più interessante di un gruppetto di grotte adiacenti genericamente definito Grotte del Bandito. Si tratta in realtà di cavità che, allo stato attuale delle conoscenze, paiono tra loro non tutte correlate. Solo la Grotta del Bandito (1002 PICN) è sicuramente la naturale prosecuzione di quella occidentale, ed infatti il punto di collegamento tra le due grotte è noto ma non percorribile (collegamento a voce).
Di origine indipendente è invece il Cunicolo sopra le Barmasse (1022 PiCN), una risorgenza temporanea sulla parete sopra le Grotte del Bandito, e forse anche la Grotta del Bialerass, cavità orizzontale posta lungo la strada di accesso su menzionata, chiusa per la captazione di acquedotto.
La strettoia di accesso ai rami nuovi della grotta occidentale può essere sifonante e, se svuotata artificialmente, riempirsi abbastanza in fretta. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Itinerario:
La grotta è situata sul versante destro orografico della Valle Gesso, di fronte al paese d1 Andonno. Si raggiunge grazie ad una strada sterrata che si diparte da Tetti Bandito, all'imbocco del Vallone d1 Roaschia. Dopo poche centinaia di metri la strada costeggia la base di un'alta
parete rocciosa. Si notano facilmente gli ingressi della Grotta del Bandito. l'.ingresso della grotta occidentale è l'ultimo, posto alcuni metri sopra il piano stradale, quasi alla fine del tratto più imponente della parete. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Storia:
Le prime notizie di questa grotta ci vengono dal Sacco nei suoi resoconti sulla più conosciuta adiacente Grotta del Bandito. Il primo rilievo completo è opera del Gruppo Grotte di Cuneo (1933). Nel 1987 il GSAM superò il fondo e scoprì alcune centinaia di metri di nuove condotte. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)