Descrizione
Note:
Descrizione:
La cavità è impostata su una delle fratture della zona e si sviluppa in direzione est-ovest. La larghezza media della frattura oscilla tra gli ottanta ed i trenta centimetri.
Dall’esterno oggi è poco riconoscibile per i riempimenti naturali o di terreno agricolo, che oggi formano la volta della cavità. Sicuramente in epoche remote la frattura affiorava per un lungo tratto.
Questo è testimoniato dal fatto che esistono, per circa 400 m ad una quota compresa tra gli 840 m ed i 900 m, una serie di cavità (5 o 6) tutte chiaramente impostate sulla medesima frattura e con circolazione d’aria, più percepibile nelle stagioni più fredde.
Tutti questi buchi, Santa Caterina compresa, sembra si comportino da ingresso alto.
La cavità di Santa Caterina ha un andamento prevalentemente verticale, le caratteristiche morfologiche sono simili a quella della Pecora: nessun segno di erosione, ma l’acqua ha lasciato sulle pareti un concrezionamento maggiore, formato, in qualche tratto, da balze e colate anche di una decina di metri.
La temperatura interna è mite. Pur essendo lo stillicidio quasi inesistente, nei periodi di pioggia il terreno sovrastante si carica d’acqua, che viene poi rilasciata lentamente nei giorni successivi. Così, essendo la progressione quasi sempre a contatto con le pareti, è possibile ritrovarsi con la tuta completamente imbevuta d’acqua. In altri periodi la grotta è completamente asciutta. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Itinerario:
Al km 58 della SS 28 del Colle di Nava, nel tratto tra Garessio e Ormea, si prende la deviazione per la frazione Eca. Dopo circa 3 km, in corrispondenza di un tornante, si lascia l’asfalto e si percorre una strada di campagna a destra. Percorso circa un chilometro, ad una biforcazione della strada, si svolta a destra per un centinaio di metri per lasciare l’auto alla frazione Poggio. Un sentiero a tornanti porta verso il fondovalle e segue una linea telefonica. All’altezza del sesto palo della linea, spostandosi di 20 m a est, si arriva all’ingresso della grotta della Pecora; proseguendo nella medesima direzione per ulteriori 200 m e scendendo di quota per 50 m, si giunge all’ingresso della frattura di Santa Caterina. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Storia:
La frattura di Santa Caterina è stata esplorata nei primi anni sessanta dal GSP e rivisitata dal GSG nel 1995, da -45 m ad oltre 90 m. Sono state disostruite ed esplorate altre cavità della zona. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)