Descrizione
Note:
Descrizione:
La grotta, impostata lungo una lineazione tettonica N-S, presenta morfologie prevalentemente freatiche, con condotte sub orizzontali distribuite su più livelli e controllate dalla fratturazione. L’ingresso più alto, ovvero la Grotta Superiore della Taramburla, scende, con brevi pozzetti, a quota 750 m, in una zona piuttosto complessa da cui si originano due vie principali.
Verso monte si raggiungono le regioni del Grande Nord, area dove le attuali esplorazioni mirano ad individuare una prosecuzione verso la zona di assorbimento (Monte Armetta) e verso il vasto complesso di Tequila-Foglie Volanti, localizzato 270 m di quota più in alto e circa 200 m più a nord.
In direzione sud, la via di valle si sviluppa tra vasti ambienti, blocchi di crollo, gallerie fossili e il greto del torrente che, con laghi e rapide cascate, percorre tutta la cavità fino alle risorgenze, che costituiscono gli ingressi bassi (Grotta Inferiore della Taramburla, Grotta Minore dell’Acqua e Arma Taramburla).
L’ingresso della cavità è chiuso da un portello.
Nel settore prossimo alla risorgenza, la grotta presenta numerosi tratti a rischio di allagamento. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Itinerario:
Seguire la nuova carrozzabile Alto-Caprauna fino al secondo ponte in muratura dopo la galleria delle Rocche Rosse (a 150 metri); scendere l'ampio cono detritico formato dalla costruzione della strada e raggiungere il solco torrentizio; seguirlo sul fondo fino a trovare la piccola apertura della cavità, 80 metri al di sotto della strada. (tratto da: Speleologia del Piemonte - Parte II: il Monregalese)
Storia:
Conosciuta da sempre dagli abitanti della zona, la Taramburla balza all’onore della cronaca per l’incidente del 1981, fortunatamente senza conseguenze. Alcuni speleologi restano imprigionati a causa di una violenta piena, che ha richiesto tre giorni per il loro recupero. Lo studio della cavità risale agli anni ‘70, attualmente opera il Gruppo Speleologico Alassino, che ha portato lo sviluppo da 460 m (1981) agli attuali 2,5 km. La grotta è tuttora in corso di esplorazione. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)